E alla fine ritoccarono anche la Cardinale. Non quella di oggi che già sarebbe una cosa ridicola, ma la Claudia del 1959, quella che di lì a pochi anni avrebbe recitato in capolavori come “8 ½” e “Il gattopardo”. La foto incriminata è appunto un’immagine della fine degli anni cinquanta, che ritrae una bellissima e giovanissima Claudia Cardinale mentre balla e salta a una festa. La foto è stata scelta dagli organizzatori del Festival di Cannes per la locandina ufficiale della settantesima edizione della manifestazione cinematografica.
Nell’utilizzare l’immagine, i grafici non l’hanno soltanto modificata per adattarla alla struttura della locandina, ma hanno pensato bene di ridurre le curve mozzafiato della diva italiana al fine di dare un maggiore senso di slancio e l’idea di un vero e proprio salto. A farne le spese sono state le cosce e il girovita dell’attrice, che sono stati drasticamente ridotti per dar seguito alle idee dei creativi. Claudia Cardinale, da signora qual è non ha battuto ciglio e ha commentato di sentirsi estremamente lusingata per la scelta del Festival e di non aver problemi in merito allo “snellimento” della sua figura.
Ora, ferma restando l’assoluta libertà che sta alla base di qualsiasi lavoro creativo, può sembrare discutibile la scelta di ritoccare proprio i glutei e i fianchi della bella attrice, le cui grazie misero in imbarazzo perfino Moravia e fecero capitolare una sciupafemmine come Marcello Mastroianni. Eppure nemmeno la meravigliosa “Claudina”, come la chiamavano affettuosamente Fellini e Visconti, ha potuto sottrarsi alla ricerca spasmodica della perfezione fisica, che dilaga nel mondo dello showbiz.
Laddove non arriva la natura e non riesce la chirurgia estetica, sono i programmi di grafica e fotoritocco a metterci una pezza. Dagli inestetismi della pelle alle occhiaie post sbronza, passando per gli addomi non proprio tonici, tutto può essere sapientemente modificato con poche e semplici mosse. E gli strumenti che possono aiutare i grafici a “migliorare” le foto sono tantissimi. La parte del leone la fa sicuramente Photoshop, un programma talmente utilizzato da aver dato vita anche un verbo, photoshoppare, ormai sinonimo di fotoritoccare. La prima versione di Photoshop apparve nel 1990 grazie al lavoro dei fratelli John e Thomas Knoll.
Nel corso degli anni il programma è stato aggiornato e modificato più volte, arricchendosi di numerosi strumenti e soluzioni che ne hanno determinato il successo planetario e la leadership di mercato.. Altri strumenti per il fotoritocco sono Gimp, software gratuito e open source con un’interfaccia grafica molto intuitiva, e PicMonkey, che dispone di alcune funzionalità gratuite e altre a pagamento. In realtà, anche nel quotidiano abbiamo a che fare con degli elementari programmi di fotoritocco. I filtri di Instagram o le lenti di Snapchat sono dei semplici strumenti di grafica che aiutano a modificare le foto in modo più o meno invasivo.
Questi programmi grafici, che servono prendersi un po’ in giro o per togliere qualche difettuccio, piacciono veramente a tutti. Ne sanno qualcosa le star, che li utilizzano quasi più della chirurgia estetica. Alcuni casi di uso spropositato e imbarazzante di fotoritocco hanno coinvolto celebrità quali Mariah Carey e Kim Kardashian, due che proprio non sembrano voler accettare i loro fisici giunonici e il passare degli anni. Nonostante quanto si possa pensare, anche i maschietti non sono immuni dall’abuso Photoshop. Ad esempio, Harry Styles degli One Direction ha pensato di risolvere i suoi problemi di acne con una bella passata di correttore digitale e anche l’intramontabile George Clooney si è fatto ringiovanire di qualche anno in diverse foto.
C’è invece chi, come Kate Winslet o Keira Knigthly, ha iniziato una vera e propria crociata contro il vizio del ritocchino. Le attrici britanniche hanno dichiarato di non condividere quest’insana voglia di perfezione che spinge tante loro colleghi a cedere al fascino del bisturi digitale. Le due dive hanno deciso di schierarsi fermamente contro questa pratica, dopo essersi ritrovate più volte sulle prime pagine dei giornali o in qualche pubblicità con facce e corpi non loro.
Certo la polemica nata dal caso Cardinale forse è stata anche troppo gonfiata, visto che nemmeno l’interessata si è lamentata dell’accaduto, ma c’è da chiedersi se questa prassi che vuole su copertine e manifesti corpi scolpiti e volti tonici, tanto innaturali quanto inespressivi, sia cosa buona e giusta o un messaggio dannoso per il pubblico. Non potendo dare una risposta, forse è bene ricordare una certa Anna Magnani, che alle sue truccatrici chiedeva di non toglierle nemmeno una ruga, visto che aveva impiegato una vita a farsele venire. Figuriamoci se una come “Annarella” avrebbe accettato di farsi togliere qualche curva per rappresentare meglio lo slancio o, come troppo spesso accade, per vendere qualche copia in più.