Dopo un inizio di settimana un po’ sottotono, caratterizzato da hashtag concettuali e vagamente impegnati, la polemica politica e le grandi notizie di attualità hanno preso il sopravvento fino alla domenica, giorno in cui hanno lasciato spazio al campionato di calcio.
#sescelgo: la settimana su Twitter è iniziata in modo abbastanza blando. Niente polemiche rilevanti, niente hashtag al vetriolo e niente trending topic da strapparsi i capelli. E come sempre, quando manca un tema caldo su cui cinguettare, lo spazio viene riempito dagli hashtag “concettuali”. Lunedì è stata la volta di #sescelgo, uno di quegli hashtag che vuol dire tutto e non vuol dire nulla, ma che fa la felicità di tutti, cinguettatori seriali e non.
#hoimparato: evidentemente è stata una settimana un po’ sottotono visto che anche martedì si è riproposto il problema di trovare un argomento forte su cui cinguettare. In tempi di magra, in cui il referendum costituzionale ancora non sembra appassionare i twittatori italici, quelli dal tweet facile riversano le loro energie e i loro 140 caratteri su temi tra il vago e l’inutile, ma che generano delle spirali senza fine. In quest’ottica, martedì 22 novembre il trending topic giornaliero è stato #hoimparato, un hashtag che, in chiusura d’anno, ha sempre il suo perché e che ha permesso a molti di fare bilanci sul 2016 che sta per finire o, addirittura, su periodi di tempo un po’ più biblici.
#vaccini: arriva il tempo dell’influenza e puntuale tornano le polemiche sui #vaccini. Solo che questa volta la questione è un po’ più seria delle classiche diatribe da salotto televisivo. Il dato reso noto nei giorni scorsi dal Ministero della Salute è che in Italia ci si vaccina sempre di meno, tanto che si stanno riproponendo malattie che in molti pensavano debellate. È accaduto con la meningite, esplosa in Toscana alcuni mesi fa con numerosi nuovi casi, o della difterite, ricomparsa da poco tempo. In situazioni del genere sono in molti a chiedersi se sia sensato fare terrorismo psicologico contro i vaccini o se, invece, non sia meglio realizzare più campagne informative per la cittadinanza, lasciando fuori dalla discussione la polemica politica.
#beatricedimaio: non la sorella, non la nonna né la cugina di terzo grado di Luigi Di Maio, ma niente meno che la moglie dell’ex ministro Renato Brunetta, Tommasa Titta Giovannoni, per gli amici Titti. Ecco chi si celava dietro l’account Twitter @beatricedimaio, dal quale negli ultimi mesi erano partite aspre critiche verso l’operato del Governo Renzi. Dopo accurate indagini, si è scoperto che a gestire l’account non era una parente del pentastellato Di Maio, ma bensì la signora Titti sotto mentite spoglie. Secondo le indiscrezioni, dopo essere venuto a conoscenza della verità direttamente dalla consorte, Brunetta ha difeso pubblicamente la consorte tirando in ballo il diritto di satira, proprio lui che spesso e volentieri si è scagliato contro la categoria dei comici. #coerenza…
#BlackFriday: venerdì 25 novembre anche i tweeter italiani hanno ceduto all’euforia da #BlackFriday. Del resto anche nel nostro Paese, da parte di molti brand sta prendendo sempre più piede la moda di celebrare questa giornata in grande stile, come avviene negli Stati Uniti. E dunque largo allo shopping selvaggio, all’acquisto utile e superfluo, che non si è fatto durante tutto il resto dell’anno. In fin dei conti il Black Friday è solo una giornata in più di saldi e ribassi da aggiungere a quelli che inizieranno dopo il primo gennaio. Ma volete mettere la bellezza di acquistare a prezzo scontato prima di Natale?
#FidelCastro: un rivoluzionario, un folle, un dittatore! Forse sono queste le tre parole che riassumono meglio la figura politica di Fidel Castro, il leader cubano scomparso sabato 26 novembre, a novant’anni dopo una lunghissima malattia. Per molti è stato l’ultimo grande rivoluzionario, di sicuro quello che è sopravvissuto più a lungo. In un’epoca in cui i sovversivi sono i vari Assange e Snowden, Fidel era fra quelli che aveva combattuto sul campo. Ma l’ex presidente Castro era di certo anche un folle, uno che aveva avuto il coraggio di sfidare gli Stati Uniti contro il parere di tutti, cosa che era costato alla popolazione cubana anni di embargo economico e di isolamento internazionale. Non bisogna però dimenticare che, per tanti, Fidel è stato anche un dittatore, un leader che ha spinto migliaia di cubani a lasciare la propria terra per rifugiarsi negli Stati Uniti. Non sappiamo quale tra questi appellativi sia il migliore per descriverlo, ma di certo i twittatori italiani non hanno mancato di esprimere la loro opinione con l’#FidelCastro. Per il resto sarà la storia, ormai fatta anche da Twitter e dai social, a decretare la sentenza sulla discussa figura del Líder Máximo.
#Campionato: che domenica sarebbe senza il campionato di calcio? Sicuramente una domenica particolare, strana, e di certo non è stato il caso di domenica 29 novembre. Come spesso accade nel fine settimana, i grandi incontri di serie A hanno affollato la vetta della classifica dei trending topic su Twitter. Ha fatto da apripista #PalermoLazio, sostituito poi da #GenoaJuve e in serata da #RomaPescara, partita che ha chiuso in grande stile la domenica calcistica.