C’erano una volta sei gradi di separazione. Oggi con Internet, i social media, tutto a portata di smartphone, sono rimasti in due e ci avvicinano sempre di più. Nel suo libro “Due gradi e mezzo di separazione”, appena pubblicato da Sperling & Kupfer, Domitilla Ferrari si è soffermata sulla parte più autentica della rete che troppe volte viene trascurata o lasciata in secondo piano: io, te, le persone.
Anche la curiosità gioca un bel ruolo nel tuo libro e io sono tanto curiosa! Vorrei farti qualche domanda, e vediamo se riusciamo a incuriosire anche la nostra rete che ci legge e ci segue. Quale può essere il giusto equilibrio tra il numero di like o di follower, e lo scambio diretto?
Non c’è un limite, se non il tempo. Per questo penso che serva fare selezione, con cura, delle persone che si vogliono includere nel proprio network. Le connessioni non si devono trasformare in rumore, ma in contatti. Non importa quanti follower tu abbia, quanti like meritino le cose che condividi: la cosa più importante per far crescere la tua rete e l’utilità che ha per chi ne fa parte, con te, è quanto sinceramente ti dedichi ad ascoltarne le esigenze.
Da chi bisogna guardarsi? Da un’azienda con ennemila like su Facebook o dal pignolo che non te ne fa passare liscia una?
Tutti possono contribuire alla diffusione di conoscenza e conoscenze permettendoci di entrare in contatto e discutere su argomenti diversi. Se le aziende producono contenuti utili avranno l’interesse che meritano. Al di là del numero di like.
Sulla pignoleria, io aprirei un discorso a parte: quando qualcuno ti corregge un errore vedilo come un dono. Ha speso del tempo per te.
Quando offri dei suggerimenti su come fare rete, esserne parte e partecipare, consigli al lettore di cogliere dalla rete ciò che può rendere la sua vita più interessante. Poi vengono gli scambi di opinione, i consigli…
La parola magica: autenticità, generosità, tempo?
Tutte insieme, nelle giuste dosi. Per rendere piacevole una serata tra amici la conversazione deve coinvolgere tutti. Allo stesso modo una rete viva permette un continuo scambio di informazioni tra i suoi nodi.
Ne sto ricevendo tanti. A meno di un mese dall’uscita del libro ho risposto a tanti messaggi che mi sono arrivati in tanti modi diversi: attraverso il blog, Facebook, via Twitter e di persona durante le presentazioni con cui, scherzando, dico che il libro mi sta portando in tour. Posso dire che non me l’aspettavo? Credo che il mio messaggio nella bottiglia sia arrivato a quelli che sanno vivere la Rete in modo sincero, non opportunista. Sono presuntuosa: sono sicura di poter contribuire a un cambiamento. Una rete sana valorizza chi è competente, non chi usa i nodi della rete come moneta di scambio.
A un certo punto chiedi ai tuoi lettori che messaggio vorrebbero ricevere nella bottiglia. E il tuo messaggio, dove vorresti che arrivasse?
Ho avuto la fortuna di fare tanti lavori diversi. Ogni volta imparavo qualcosa su come si gestiscono compiti e relazioni, grazie alle persone con cui lavoravo. Due gradi e mezzo di separazione è il riassunto di tante piccole cose, esperienze, scambi d’idee, di conoscenza, di opinioni. Senza il network di cui faccio parte non sarei quella che sono.
“Due gradi e mezzo di separazione”, di Domitilla Ferrari, Sperling & Kupfer
Quanti gradi di separazione ci sono tra te e la tua prossima avventura professionale? Quanto sei lontano da ciò che renderà la tua vita più interessante? Ognuno di noi è distante non più di tre gradi, forse due e mezzo, da chiunque altro nel mondo. Facendo circolare idee, informazioni e competenze – e mettendo in comune i nostri contatti – potremo creare valore per noi stessi e per gli altri. Ma per farlo dobbiamo imparare a considerare l’amicizia una materia prima e Internet il mezzo che facilita la creazione di una rete personale. La curiosità e la voglia di ascoltare sono gli elementi fondamentali per circondarsi di persone (e idee) stimolanti che spesso diventano relazioni utili, se non indispensabili, per trovare un lavoro, costruire un progetto, risolvere un problema, avere una vita migliore. Questo libro offre suggerimenti (da seguire con la testa e con il cuore) su come cogliere tutte le opportunità della comunicazione online e offline, creare una rete utile per identificare nuovi obiettivi da raggiungere, trovare nuove soluzioni anche – perché no? – per uscire dalla crisi.
Domitilla Ferrari
Giornalista e social networker, ha lavorato in radio, tv e giornali. Oggi è nel digital di una grande casa editrice dove ha ricoperto il ruolo di community manager, prima, e social media strategist, poi. È stata Guest Lecturer in IED, Bocconi, Digital Accademia e, in qualità di relatore, ha preso parte all’Internet Festival, Ca’ Foscari Digital Week, International Journalism Festival, La settimana della Comunicazione, Forum della Comunicazione Digitale, Digital Experience Festival.
Il suo sito è www.domitillaferrari.com, su Twitter, la trovate come @domitilla.