Una settimana perlopiù dedicata alle elezioni americane quella appena trascorsa. Pochissimo lo spazio per le altre notizie e dunque, come prevedibile, anche Twitter è stato un perfetto barometro di ciò che stava nel mondo. Da sottolineare il fatto che, nella notte fra l’8 e il 9 di novembre, il social dell’uccellino ha fatto registrare numeri da record per gli hashtag legati alle presidenziali 2016.
#Juncker: la settimana si è aperta con la polemica generata dalle affermazioni del Presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, che in una dichiarazione ha detto di fregarsene delle accuse di austerità che l’Italia rivolge continuamente a Bruxelles. L’esternazione arriva dopo l’ulteriore richiesta del premier italiano Matteo Renzi di escludere dai conti statali le spese sostenute dal nostro Paese per la questione migrante, l’emergenza terremoto e l’edilizia scolastica. Ovviamente la diatriba fra Bruxelles e Roma è finita anche su Twitter, dove si è sviluppata ulteriormente attorno all’hashtag #Juncker. Ancora una volta Twitter si dimostra la piazza preferita dei cinguettatori italiani per esprimere le loro opinioni anche su temi impegnati come quelli dell’economia e della politica.
#Elezioni2016 e #Election2016: martedì 8 novembre il mondo interno è rimasto col fiato sospeso in attesa dei risultati delle presidenziali americane e il nostro Paese non ha fatto eccezione. Gli italiani si sono lasciati travolgere dall’euforia elettorale a stelle e strisce, nemmeno dovessero essere loro a eleggere il successore di Barack Obama alla Casa Bianca. I twittatori italici si sono divisi tra quelli che hanno preferito utilizzare l’#Election2016 e quelli che hanno optano per #Elezioni2016, dal sapore più nostrano e un po’ meno yankee. Nonostante le preferenze per l’uno o per l’altro hashtag, la sostanza finale non è stata molto diversa, in quanto i tweeter italiani hanno continuato a cinguettare imperterriti per ore e ore, pronosticando risultati, prevedendo cataclismi e pontificando a favore di uno dei due candidati. Fin quando non sono giunti i primi risultati ufficiali…
#Trump e #TrumpPresident: l’Ohio non sbaglia mai! Questa è una tra le poche certezze delle elezioni americane. Anche questa volta lo stato del Midwest ha votato per il nuovo Presidente degli Stati Uniti, dimostrandosi come sempre indeciso fino all’ultimo, ma assolutamente in grado di puntare sul cavallo vincente. A questo devono aver pensato molti americani e la maggior parte dei sondaggisti dopo aver visto i risultati di voto di Cleveland e dintorni. Con l’arrivo dei primi risultati ufficiali Twitter è pressoché impazzito. Non solo in America, ma anche in Italia e in tutto il mondo #Trump e #TrumpPresident sono diventati gli hashtag più twittati sia da coloro che festeggiavano la vittoria del magnate newyorkese, sia da coloro che protestavano per il risultato elettorale. Quello che resta dopo il gran polverone sollevato dalle presidenziali è sicuramente un Paese spaccato, gli Stati Uniti, e una certa preoccupazione a livello mondiale per ciò che ci riserverà il futuro ora che Donald Trump è diventato il quarantacinquesimo presidente a stelle e strisce.
#TrumpProtest: e immancabili, il giorno dopo i risultati, sono arrivate anche le proteste. Al grido di “Not My President”, migliaia di persone sono scese in piazza in numerose città americane per manifestare contro l’esito del voto e per far sapere al mondo che non vogliono un presidente come il signor Trump. Trenta gli arresti, qualche ferito e una certa tensione palpabile, che corre anche sul web con l’#TrumpProtest. Eppure il caro Donald è stato votato da ben più di qualche elettore, visto che è riuscito a battere, contro ogni pronostico l’ex first lady, Hillary Clinton. Quasi 60 milioni di persone sono andate a votare e hanno scelto di esprimere la propria preferenza per il miliardario di New York che, proprio nel giorno in cui le proteste hanno raggiunto il loro apice, è stato ricevuto da Barack Obama alla Casa Bianca per organizzare il passaggio di consegne.
#LeonardCohen: venerdì 10 novembre si è spento Leonard Cohen, uno dei cantautori più influenti e celebri del panorama musicale mondiale. Canadese di nascita, ma americano di adozione, Cohen è stato oltre che un cantante un vero e proprio poeta della musica, un autore che è riuscito a trattare con note e parole temi difficilissimi come l’aborto, la depressione e la guerra. La sua scomparsa ha commosso il mondo intero e anche i twittatori italiani hanno celebrato questo grande artista attraverso l’hashtag a lui dedicato. Un anno tristissimo per la musica che, dopo David Bowie e Prince, perde un altro suo grandissimo esponente.
#PoesiaEterna: dove sta la poesia? Se le devono essere chiesto in molti sabato 12 novembre, giorno in cui l’hashtag #PoesiaEterna è riuscito a far cambiare direzione a una settimana abbastanza pesante. Giunti al weekend, finalmente, la poesia di versi immortali, ma anche quella nascosta dietro un paesaggio dipinto un volto ritratto, ha invaso Twitter e ha portato una ventata di bellezza mista a dramma, a sua volta misto a malinconia, anch’essa mista ad altri mille stati d’animo, cosa che solo la poesia può fare.
#GpBrasile: non ce l’ha fatta Nico Rosberg a chiudere con una gara di anticipo il mondiale piloti di Formula 1. Al traguardo di Interlagos, Il tedesco della Mercedes è stato preceduto dal compagno di squadra Hamilton, che dunque può ancora sperare di vincere il mondiale con l’ultima gara in programma ad Abu Dhabi. Quest’anno Il gran premio del Brasile si è svolto sotto una pioggia fittissima che, oltre ad aver favorito Lewis Hamilton, ha causato un sacco di incidenti fra fuoripista e schianti. Furibondo il ferrarista Vettel, un po’ per lo scarso rendimento della sua monoposto, un po’ per il fatto di dover correre in simili condizioni. Weekend da dimenticare per la casa di Maranello, che probabilmente terminerà il campionato senza aver messo a segno nemmeno una vittoria.