Una settimana piena di emozioni, di eventi, di avvenimenti quella appena trascorsa, che i tweeter italiani hanno commentato attraverso tantissimi hashtag. E noi, come sempre, abbiamo riunito i principali trending topic nella nostra rubrica del lunedì, per raccontarvi i sette giorni appena passati con semplici e comodi hashtag.
#DirezionePD: si è conclusa con una specie di tregua tra maggioranza e minoranza interna la direzione nazionale del Partito Democratico tenutasi lunedì 10 ottobre. Ad avere la meglio sembra essere stata la corrente minoritaria guidata dall’ex segretario Pierluigi Bersani, che aveva minacciato di votare no al referendum costituzionale del 4 dicembre prossimo, nel caso in cui l’Italicum, la nuova legge elettorale non fosse stata modificata. Così il premier Renzi, per evitare lo strappo definitivo, ha acconsentito alla formazione di una commissione interna al partito, incaricata di rivedere la legge elettorale appena approvata. Ancora incerti i tempi di azione del nuovo organismo, che quindi rischia di trasformarsi nell’ennesimo inutile carrozzone creato solo e esclusivamente per scongiurare rotture interne al PD.
#ComingOutDay #NationalComingOutDay: un giorno per ricordare quanto è importante essere se stessi, senza mai fingere e senza ostentare bandiere che non ci appartengono. Martedì 11 ottobre, l’#ComingOutDay è stato il simbolo di una voglia di riscatto, ma anche un modo per squarciare quel velo di non detto, di nascosto o di taciuto che talvolta ci accompagna nella vita. E non è solo una questione di orientamento sessuale, ma è piuttosto un discorso molto più ampio che può riguardare anche il credo religioso, le idee politiche e tutto ciò che per un motivo o per un altro non sveliamo a chi ci sta intorno. Certo uscire fuori è un rischio, talvolta è una pazzia, ma sicuramente un modo per far pace con noi stessi, con il nostro essere e con chi siamo realmente.
#12ottobre: semplicemente il “12 ottobre”, ecco l’hashtag che mercoledì scorso è riuscito a primeggiare su tutti gli altri. Niente topic concettuali, niente polemiche politiche e nemmeno # “imposti” dai fan di questa o quell’altra boy band, ma solo ed esclusivamente la data del 12 ottobre. Una data tanto poco altisonante, ma quanto mai importante per la storia dell’intero pianeta, che il 12 ottobre 1492 si scoprì più grande di quanto fino a quel momento si fosse pensato. Ovviamente stiamo parlando del giorno in cui Cristoforo Colombo raggiunse per la prima volta il continente americano prendendone simbolicamente possesso in nome di Isabella di Castiglia e Ferdinando di Aragona. Una data fondamentale dunque, in quanto rappresenta il passaggio dal periodo buio che era stato il Medioevo a quell’Età Moderna che portò con sé non solo le grandi scoperte geografiche, ma anche l’Umanesimo e il Rinascimento, che per molti rimane il periodo di massimo splendore dell’intera civiltà umana.
#DarioFo e #BobDylan: giovedì 13 ottobre 2016, l’Italia perde uno dei massimi esponenti della sua cultura contemporanea, il Premio Nobel per Letteratura, Dario Fo. Il giullare si spegne a 90 anni nella sua Milano, lasciando un grande vuoto culturale nel nostro Paese, un vuoto che difficilmente verrà colmato. Ma lui l’autore di “Mistero buffo”, ricordato dai tweeter italiani semplicemente con l’#DarioFo, se n’è andato con quel sorriso sornione, talvolta un po’ amaro, che ha accompagnato la sua lunghissima carriera. E proprio nel giorno in cui si è spento Dario Fo, il mondo intero ha salutato con molto interesse il conferimento del Premio Nobel per la Letteratura 2016 al cantautore statunitense Bob Dylan. Sono state molte le reazioni suscitate dalla scelta dell’Accademia di Svezia, reazioni che sono perdurate anche per larga parte della giornata di venerdì. Sotto l’#BobDylan, detrattori e sostenitori hanno espresso le loro reciproche posizioni, lanciandosi in elucubrazioni mentali degne dei più sofisticati critici letterari. Comunque, quel che è certo è che ormai il Dylan della canzone mondiale è entrato definitivamente anche nel firmamento della letteratura contemporanea.
#Lettonia: 140 soldati italiani saranno inviati in Lettonia nell’ambito di un’operazione congiunta delle forze Nato a guida canadese. Una decisione questa che risale al luglio scorso, ma che venerdì è tornata prepotentemente alla ribalta scatenando le polemiche delle forze politiche di opposizione. Anche i twittatori italiani, anche quelli poco avvezzi a cinguettare di politica internazionale, hanno cercato di esprimere il loro parere su questa vicenda, che pare aprire un solco profondo nelle relazioni diplomatiche fra la Russia di Vladimir Putin e l’Alleanza Atlantica. Non potendo sapere cosa avrebbe twittato Putin sull’argomento #Lettonia, ci limiteremo a dire che il presidente russo ha definito la politica militare della Nato “distruttiva”. Certo non avrà usato un hashtag e non sarà finito fra i tweet più ritwittati del giorno, ma siamo certi che il messaggio sia comunque arrivato forte e chiaro alle orecchie dei suoi interlocutori occidentali.
#calcio: il grande calcio si sposta al sabato con #NapoliRoma ed è subito hashtag. Certo sabato c’è stata anche #JuventusUdinese, ma non poteva reggere il confronto con l’entusiasmante sfida fra capitolini e partenopei. È finita 3 a 1 per la Roma, che è riuscita a espugnare il San Paolo pur senza il suo capitano, Francesco Totti, il quale il giorno prima della partita aveva pronosticato che dall’incontro di sabato sarebbe uscita l’anti-Juve. Che sia dunque la Roma la squadra che contenderà alla “Vecchia Signora” lo scudetto 2016-2017?
#buonadomenica: quale augurio migliore per concludere un’intensa settimana fra lavoro, impegni, famiglia, appuntamenti e rogne varie. Gli hashtag come buona domenica sono forse quelli più belli, quelli più popolari nel senso buono del termine. Perché se vale la massima di Beppe Severgnini, ovvero che, su Twitter, se non hai nulla di interessante da dire è meglio tacere, è altrettanto vero che su un hashtag come #buonadomenica tutti hanno “qualcosa di cui sparlare”. E allora spazio ai matrimoni domenicali in stile sequestro di persona, ai terribili pranzi con i parenti serpenti, alle gite fuori porta e ai cinemini pomeridiani, quelli da pennichella assicurata.